giovedì 8 maggio 2014

Scrivere è falso.

Scrivere è un verbo falso. Scrivere descrive un gesto, una forma. Si può scrivere in diversi modi, soddisfacenti, redditizzi, frustranti. Poi c'è una diversa via.
E' quando la carta, lo schermo, lo stilo, le dita, non sono più oggetti materiali, ma appendici del pensiero. Non di un pensiero veloce, di un automatismo, come guardare a sinistra prima di attraversare, allacciarsi le stringhe, rispondere -pronto- al telefono. O scegliere la solita marca di spaghetti. O puntare la sveglia alle 7, di fisso, e ricominciare a lavorare allo stesso modo di ieri.
Scrivere è sciogliere la tela come Penelope, finché rimane soltanto l'ordito. Scrivere è depurare il flusso di pensieri, liberando quelli vivificanti. E' abbracciare nel ricordo odio e amore, intrufolarsi nelle lacerazioni del tempo e uscirne nuovo. E' viaggiare senza muoversi. E' scoprire fra le pieghe delle parole, nei loro significati sottesi, nelle mescolanze inattese di fonemi e sensi e concetti, che esiste una possibilità di rinascere. Dalla noia, dalle paure, dei buchi di senso.
E' troppo bello ragazzi, è troppo bello.

Nessun commento:

Posta un commento